Ogni numero è disponibile per la consultazione anche in formato PDF

B – cartel
Nell’Atto di fondazione, Jacques Lacan designa il cartello come pilastro del lavoro di Scuola: si lavora in piccolo gruppo, da tre a massimo cinque componenti. Il cartello mette a lavoro a partire dal desiderio dei tre/cinque che si scelgono. Non c’è rapporto piramidale tra i componenti: sono pari. Il sapere che si lavora e si produce non è un sapere dato, pieno, ma è qualcosa da articolare con la propria carne, il proprio desiderio, il proprio rapporto con il sapere (inconscio). Il cartello richiede fatica, l’esplorazione di sentieri non ancora battuti, un tempo lento e un saperci fare con il non tutto. Il lavoro di cartello necessita di un tempo libero e della possibilità di accogliere l’incertezza, l’interrogazione. Il cartello chiede uno sguardo inedito sul sapere.

Riflessioni sul cartel
Sono passati cinquant’anni da quando Lacan scrisse il discorso del capitalista, un discorso che a differenza degli altri quattro non ha punti di arresto, che gira all’infinito come se fosse su “delle rotelle”1. Questo circuito gira sempre più veloce, fagocitandoci. Essendo la Scuola all’interno di questo tempo, in qualche misura ne è stata presa, generando la possibilità di partecipare ad un elevato numero di eventi ed attività da remoto, attraverso l’online. Un po' un mercato, in cui forse l’offerta supera la domanda. Torniamo al cartello. Quanta domanda di cartello esiste nella Scuola?

Il sapere del quattro-più-uno e la deriva dei nostri tempi
Da tempo ci interroghiamo sullo stato dei Cartelli nella nostra Scuola, sia per quanto riguarda la creazione dei nuovi, sia sulla produzione degli elaborati derivati da essi. I numeri sono in calo e le ragioni, da cercare una per una, possono essere in parte ricondotte a una mancanza di tempo da dedicare a questo tipo di dispositivo e al tipo di rapporto col sapere che lo stesso propone.
Per quale motivo il cartello non viene percepito come attraente?

La tinderizzazione del cartel
Quattro si scelgono…in nome di un desiderio.
Ci si sceglie, ci si prende, ci si trova presi in un lavoro di cartel, in un lavoro di transfert: gli occhi si accendono, il cuore παλλει, palpita, come quello di Alcibiade sdraiato vicino a Socrate; si beve, stando seduti vicini ad un altro (ah, quanto ci manca, questa vicinanza di corpi nel cartel! Come metteva in movimento le cose, prima che venisse la segregazione da covid e la dittatura dolce di zoom, che ognuno rimanga a casa sua, comodo e igienico) il sapere di un altro, che diventa qualcosa di altro, diventa legame di scuola.