Editoriale#20

Cartello di aprile vi propone altri due contributi presentati durante la serata della Segreteria Milanese della SLP dedicata al non-tutto e intitolata: “Il non-tutto: la psicoanalisi, la Scuola e il cartello”.

Il pas-tout: Psicoanalisi, Scuola e Cartello

Come affrontare una serata sul pas tout se non procedendo proprio da un cartello, strumento privilegiato per un lavoro di Scuola? Ripercorrere con i colleghi i passaggi logici seguiti da Lacan per arrivare a delimitare la posizione femminile si è rivelata una esperienza feconda di cui spero riusciremo a trasmettere una piccola testimonianza.

Clinica psicoanalitica e pas-tout

Grazie al Cartello sul pas-tout mi sono imbattuta nello studio dei Seminari di Lacan degli anni 70. Tale lettura – notoriamente complessa e faticosa – è stata possibile grazie al solido sostegno del transfert di lavoro. Queste pagine, così dense di riferimenti a teorizzazioni provenienti dalle altre discipline, mi hanno interrogata circa la possibilità di intrecciare il concetto del pas-tout con l’ascolto quotidiano dei pazienti.

Esercitarsi con il non-tutto

Se interroghiamo la funzione del “più uno”, dell’agente provocatore, non possiamo non riferirci all’intervento di J.-A. Miller del 1986 su Cinque variazioni sul tema dell’elaborazione provocata,2 ed eccoci alle prese con una serie di “non” declinati sulla struttura dei quattro discorsi, ciascuno considerato come un modo di provocazione. A questo proposito, Miller colloca la provocazione al posto dell’agente; al posto dell’altro, del lavoro, pone l’elaborazione; nel posto in basso a destra la produzione; e al posto della verità, l’evocazione.