Laura Martini
Nel 1977 Lacan sembrerebbe non essere stato soddisfatto della trasmissione della psicoanalisi nei cartelli della passe “…passe in cui ho fatto fiducia per qualcosa che si chiamerebbe trasmissione…”(1) dice infatti.
E questo anzitutto perché la passe è un’esperienza soggettiva che dà conto se un analizzante è stato analizzato, cioè “…a partire da quanto è riuscito a ricavare per essere lui stesso psicoanalizzante” precisa Lacan. (2)
E poi perché interroga il legame di ciascuno con la scuola introducendo ciascun membro della comunità analitica a prendere posizione nei confronti di essa. Ma la passe niente dice, sottolinea Lacan, se e come l’analista “ sappia guarire una nevrosi”, sia in grado di “levare il risultato vale a dire quello che si chiama il sintomo”(3), usando della parola e del significante ciò che “eleva” il sintomo a sinthomo.
E’ una questione importante quella che pone Lacan: la passe non dice nulla sulla trasmissione della psicoanalisi perché è una testimonianza in estensione di una testimonianza in intensione.
Infatti abbiamo due trasmissioni della psicoanalisi: quella in intensione e quella in estensione. La prima è quella che avviene all’interno della seduta analitica, attraverso il transfert analitico, fatto di parola, puntuazione, interpretazione e silenzio dell’analista, dell’atto analitico insomma.
Ma è anche quella che avviene nella Scuola che è il luogo di lavoro sulla psicoanalisi in intensione che vede nella la formazione dello psicoanalista, nel desiderio dello psicoanalista e nel dispositivo della passe i suoi punti cardine. Scuola che orienta la pratica e la comunità analitica e che sostiene l’esperienza originale in cui consiste una psicoanalisi “nel senso in cui instaura tra i suoi membri una comunità di esperienza il cui cuore è costituito dall’esperienza di chi pratica”(4) come dice Lacan La seconda è la trasmissione come pratica, come discorso, come costrutto più o meno teorico e “…considerare la psicoanalisi in estensione – cioè gli interessi, la ricerca, l’ideologia accumulata-… (è) necessario alla critica della società”(5) afferma Lacan. Ma ricorda anche che la presenza della psicoanalisi nel discorso attuale, cioè il suo orizzonte in estensione, “sola
base possibile a motivare una Scuola”(6), sia inseparabile dalla psicoanalisi in intensione. Tuttavia nel 1978, nell’intervento conclusivo del IX Congresso dell’Ecole Freudienne de Paris,
Lacan sostiene che “la psicoanalisi è intrasmissibile”. Infatti quello della psicoanalisi non è un sapere trasmissibile come il sapere di tutte quelle discipline che si danno un oggetto (la chimica, la fisica, la biologia, la filosofia…). La psicoanalisi non ha un oggetto da trasmettere: l’analista si pone come colui che non sa, in quanto si mette in posizione di” a” come sembiante. Né la trasmissione della psicoanalisi può avvenire tramite identificazioni! “… non si diventa analisti né con il bene placido del proprio analista, né identificandosi con i suoi tratti… neppure per cooptazione…dei propri pari o padri o padrini…”(7) E se Lacan ci orienta nella psicoanalisi in intensione dicendoci che è necessario che “ogni psicoanalista reinventi il modo in cui la psicoanalisi possa durare”(8), quindi debba fare una reinvenzione con il suo proprio desiderio, poichè “un vero insegnamento,… non cessa di sottomettersi a qual che si chiama novazione”(9), nella psicoanalisi in estensione possiamo parlare di trasmissione?
Certo, la psicoanalisi arriva nel collettivo come letteratura, come fascino sublime, come suggestione, e sappiamo che la psicoanalisi in estensione non è la diffusione del discorso sulla psicoanalisi, né la moltiplicazione degli analisti e nemmeno la connessione – intesa come stretto rapporto tra cose, campi e idee – con altre discipline, ma piuttosto una discontinuità, un punto di taglio.
E allora se l’insegnamento, come dice L., non è “la trasmissione di un sapere (10), semmai “la trasmissione di un desiderio (di sapere)”, in estensione un desiderio che non si insegna può trasmettersi?
Da qui una riflessione sulla possibilità di considerare la trasmissione della psicoanalisi in estensione utilizzando i tre registri e il loro annodamento:
cioè attraverso l’inclusione, l’immistione, il mescolamento dei soggetti, dove la dispersione del significante psicoanalisi (dimensione immaginaria), in una sorta di rimbalzo, incroci le catene significanti presenti per congiuntura (dimensione simbolica), così che si produca un effetto di godimento (dimensione reale). Tuttavia resta comunque un fatto individuale, una singolarità, almeno fino a quando non troveremo delle pratiche di gruppo, nella società, ispirate dalla psicoanalisi.
NOTE
(1) J. Lacan, “Sulla trasmissione della psicoanalisi”, La Psicoanalisi n.38, pag. 14
(2) ibidem
(3) J. Lacan, “Sulla trasmissione della psicoanalisi”, La Psicoanalisi n.38, pag 15
(4) J. Lacan “Proposta 9 ottobre 1967, La Psicoanalisi n.15, pag 11
(5) J. Lacan “Proposta 9 ottobre 1967”, La Psicoanalisi n.15, pag 23
(6) ibidem
(7) A. di Ciaccia “La trasmissione nelle generazioni”, La Psicoanalisi n.42, pag 10
(8) J. Lacan “Sulla trasmissione della psicoanalisi”, La Psicoanalisi n.38, pag 14
(9) J. Lacan, “La cosa freudiana”, in Scritti
(10) J. Lacan, “Allocuzione sull’insegnamento”, in Altri Scritti