Carla Antonucci
Un anno fa la nomina a responsabile dei cartelli. Qualche giorno dopo Adele Succetti indice una riunione via mail, scorgo nella lista tanti nomi: Alfonso Leo, Ermanna Mazzoni, Sara Bordò, Valentina Lucia La Rosa, Adriana Fabiani, Silvia Cimarelli, Barbara Lupo, Laura Ceccarelli, Isabel Capelli, Monica Buemi, Laura Martini, Silvia Dzienis, tanti corpi sparsi nello stivale. Siamo sparsi in città, in regioni, piccoli paesi.
Il primo incontro possibile in rete. Via Skype. Via indica: mezzo di transito, di collegamento. Appare lampante il desiderio di fare un lavoro di rete e di persona per rilanciare i cartelli in Italia, valorizzarli, diffonderli tra i più giovani poiché sono il dispositivo che Lacan ha inventato per far avanzare la psicoanalisi.
Un tam tam di incontri, virtuali, dalle Alpi alle isole, parole, idee, contributi. Ci focalizziamo su Newsletter, e sulla modalità, con quale le persone si possano trovare per la nascita dei cartelli, un punto al quale dedichiamo la nostra energia iniziale, si tratta di un fattore “geografico”.
Dove le grandi città sono avvantaggiate negli incontri, le realtà più piccole non godono dell’incontro cadenzato. Dalle questioni di tutti un elaborato finale. Nasce Cartello. Uno strumento. La gioia di incontrarsi di persona a Padova a novembre, risponde all’esigenza degli incontri dei corpi ma vede realizzato un lavoro di rete, Cartello viene lanciato.
Fare rete uno dei significanti maggiori del secolo. In psicoanalisi la rete non si intende che in risonanza con l’eccezione: agli esseri umani numerati opponiamo il nome proprio, si mira a ciò che viene a localizzare l’insostituibile dell’Uno. La nostra rete fatta di nomi e non di numeri vuole essere una rete in un insieme aperto vettorizzata dalla relazione intima di ciascuno dei suoi praticanti alla psicoanalisi. Secondo la “Teoria di Torino” una Scuola come un collettivo che riunisce solitudini. Ciò che per noi fa rete è la causa psicoanalitica ossia il riconoscimento della singolarità e dell’eccezione, non senza l’Altro. Questo vuole essere Cartello, la rete in cui è immesso per vivere invece solo un mezzo di transito, di collegamento.
Sara Bordò
La Scuola nella formazione di un Cartello è presente già dall’inizio, in particolare è presente nella Dichiarazione stessa di cartello: nello scrivere questo documento infatti si sceglie innanzitutto il nome da dare al Cartello, lo si nomina, poi ogni cartellizzante inserisce il proprio nome, i propri contatti, il proprio indirizzo, inserisce la scelta del tema su cui desidera lavorare e che vuole approfondire, si scrive qualcosa di individuale, qualcosa di singolare che viene inviato alla Delegata nazionale dei cartelli, quindi c’è un mittente e c’è un ricevente, questo invio, in-scrive quel cartello all’interno della Scuola e fa sentire la dimensione nella quale si entra, si inserisce quel Cartello in un preciso campo di lavoro.
Il lavoro di quel Cartello si dirige verso la scuola, dove per dirigere intendo soprattutto un rivolgersi alla Scuola, fa della scuola la bussola che orienta, l’orizzonte di lavoro a cui ci si rivolge. In questo viaggio il Cartello grazie ai suoi cartellizzanti fa dei passi, percorre delle strade, può intensificare la propria velocità, può arricchire il percorso con nuovi argomenti da esplorare, se il viaggio è iniziato da poco si possono anche aggiungere nuovi cartellizzanti-viaggiatori, può anche succedere però che il cartello rallenti il proprio passo, si possono incontrare degli ostacoli, delle frontiere difficili da oltrepassare.
In questo tragitto che si percorre insieme, penso che siano presenti meno effetti inibitori che soprattutto chi si avvicina alla psicoanalisi può avere, per me ad esempio c’è stato meno effetto inibitorio nell’avvicinarsi ad un testo di Lacan, nel prendere la parola, nello scrivere un testo, c’è stato meno effetto inibitorio nell’invio di quel testo.
Credo che la presenza del Cartello nella scuola si produca ogni volta che si rinnova l’effetto di un invio vero e proprio di quello che sta emergendo o non emergendo in quel cartello, degli effetti di sorpresa per ogni cartellizzante che ci mette del suo: a tal proposito la newsletter Cartello, il sito del Cartello e perché no, anche la pagina Facebook, sono strumenti importanti perché danno la possibilità di rivolgersi alla scuola anche durante il viaggio, fanno sì che la presenza della Scuola in quel cartello e dei cartellizzanti nella scuola si possa produrre e possa avvenire passo dopo passo e non solo alla fine, se poi di fine si può parlare.
A Bologna poco prima del lock-down si sono formati due cartelli, entrambi su tema del Sogno: nella formazione di questi cartelli c’è stata la presenza della scuola, poiché essi sono partiti grazie gli incontri organizzati dalla segreteria bolognese da novembre a gennaio, dal titolo “Quello che dice Lacan di”; questi incontri hanno visto, con nostra grande sorpresa, la presenza di molti giovani, alcuni dei quali hanno manifestato l’interesse di partecipare ad un cartello. Gli incontri quindi hanno sicuramente dato il Là alla formazione dei Cartelli, hanno cioè indicato che c’è sempre un là da scoprire, un là a cui ci si può rivolgere, la scelta del rivolgersi a questo “là” ha riguardato poi il desiderio di ogni singolo cartellizzante, desiderio che a volte può essere anche messo in movimento anche dal desiderio di chi dopo lungo tempo, si è avvicinato a questo là rendendolo non più un là ma piuttosto un Qui, una presenza più decisa nella Scuola.
Alfonso Leo
Quando mi è stato chiesto di parlare di cartelli, ho pensato che più che fare una disquisizione teorica sul cartello fosse interessante parlare della mia esperienza sul campo. Dopo il COVID-19 è diventato normale usare la rete per la discussione dei vari argomenti dei cartelli, beh, noi avevamo iniziato già da prima. Eravamo partiti a dicembre e a gennaio scorso con modalità di discussione via Skype, poiché i membri dei due cartelli già avviati, vivono in luoghi diversi d’Italia o anche all’estero. Abbiamo deciso, e di questo ringraziamo per l’autorizzazione, un +1 non psicoanalista, ma nello spirito del +1, una persona interessata agli argomenti trattati, esperto del settore, ma non di certo di psicoanalisi. Il bello di ritrovarsi a discutere dei vari argomenti senza remore ma con passione.
D’altra parte, abbiamo constatato che lo strumento dei cartelli può essere estremamente duttile, basta essere costantemente updated. Non parliamo di seguire le mode, anche se uno dei cartelli attivati si occupa proprio di psicoanalisi e moda, ma di essere aderenti al reale che muta.
Il cartello che si occupa di stress lavoro-correlato e psicoanalisi, ha trovato necessario occuparsi del “trauma” del COVID 19, arrivando a produrre un articolo per la rivista Cartello ed un articolo di un membro del cartello su Rete Lacan. Anche il cartello moda ha prodotto un articolo su Rete Lacan, frutto delle animate discussioni serali via Skype.
Si comprende come il cartello, volendo, costituisce un organismo vivo, che permette di animare discussioni e conoscere meglio sia i membri sparsi per l’Italia che allargare le attività della SLP anche ai giovani e ai cultori della materia non psicoanalisti.
Dovrei parlare anche del cartello sulle differenze sessuali in infanzia e adolescenza inserito nella rete BIP, ma credo ci sia qualcuno che ne parlerà, visto che coinvolge membri molto più autorevoli di me, ma vorrei plaudere anche all’iniziativa di allargare i cartelli anche a altre persone non appartenenti all’ambito psicoanalitico ma interessati ad argomenti psicoanalisi-correlati. Ci stiamo lavorando, ma abbiamo riscontrato notevole interesse su tali iniziative, ad esempio un cartello verrà avviato sullo stadio dello specchio come costituzione dell’Io e poi il tema del prossimo Pipol “Volere un figlio? Desiderio di famiglia e clinica delle filiazioni”, stavamo già lavorando alla costituzione di un cartello sul tema della Procreazione medicalmente assistita (P.M.A.) prima ancora che il tema fosse annunciato. In conclusione, il cartello può essere uno strumento per dare nuova vita al discorso della psicoanalisi anche al di fuori dell’ambito strettamente psi.