Sara Bordò1
La dimensione della sorpresa è strettamente connessa con la scoperta dell’inconscio. Nelle Opere di Freud il significante “sorpresa” circola in molti testi e non a caso spesso è immediatamente successivo al manifestarsi di qualcosa di inatteso, di inaspettato, di nuovo. Ad esempio ogni qual volta Freud si appresta a commentare una scoperta rispetto ad un caso e rispetto all’avanzare della teoria psicoanalitica, oppure quando descrive la logica dietro l’interpretazione di un sogno, di un lapsus o di una dimenticanza, o ancora quando qualcosa di inizialmente incomprensibile acquista maggior chiarezza, spesso commenta: “Con mia grande sorpresa notai…” ad esempio questo significante compare spesso nel testo “Psicopatologia della vita quotidiana”, non a caso testo in cui Freud analizza quelle formazioni dell’inconscio che destano quotidiana sorpresa nella misura in cui si manifestano proprio come “perturbazioni del discorso”2 come scrive precisamente Freud. L’inconscio, dunque, quando emerge, quando gli si offre l’occasione ed il campo per emergere, sorprende, fa sobbalzare, perturba, scompagina, arriva persino a far girare pagina.
A tal proposito penso che il Cartello rappresenti proprio un dispositivo di studio, che offre ai cartellizzanti quell’occasione in più di apertura verso un discorso che mette in circolo un sapere inedito, inaspettato, sorprendente, dove il sapere dogmatico lascia lo spazio ad un sapere che, come scrive Jacques Alain Miller “mette a soqquadro il didatta” “un sapere anti-autoritario”, e non a caso proprio per questo spesso porta d’ingresso verso la Scuola.
In un certo senso i Cartelli sono un po’ come dei satelliti che orbitano intorno alla Scuola e a volte ne condividono, proprio come alcuni satelliti con i loro pianeti, il moto direzionale, non a caso molti cartelli si costituiscono proprio intorno all’approfondimento di temi che riguardano convegni, congressi e giornate cliniche.
Cosa fa si che la sorpresa si manifesti in un Cartello e sia per certi aspetti il motore propulsore che ne rinnova il lavoro al suo interno? Nell’incontro tra cartellizzanti innanzitutto avviene un incontro tra testi letti e testi scritti, avviene inoltre un incontro tra i racconti e le esposizioni del lavoro di ciascuno, quindi la parola circola e circola nelle sue molteplici manifestazioni: circola infatti la parola letta nei testi che si scelgono di studiare, circola la parola scritta in ciò che si scrive a partire da quei testi, circola la parola detta quando si è intenti a discutere con gli altri cartellizzanti sul proprio lavoro, circola la parola ascoltata quando si è intenti ad ascoltare il lavoro degli altri. E quando i significanti circolano animati da un certo un desiderio di arrivare a scoprire, possiamo dire per riprendere la metafora dei satelliti, animati da un certo moto gravitazionale, è proprio allora che la sorpresa sbuca con essi e dietro di essi, laddove qualcosa di nuovo risuona, qualcosa che rilancia ad ulteriori interrogazioni e magari fa anche scoprire nuovi testi oppure nuove angolature di un tema, mai prese in considerazione fino ad allora. Un tema, un significante che poco prima non c’era ed adesso c’è: ecco la sorpresa.
Questa giornata non a caso sarà animata proprio da queste risonanze tra significanti non solo in uno stesso testo, ma anche tra testi diversi, di diversi cartelli.
Ora, come ci insegna Lacan un significante si sostiene e produce la sua significazione anche a partire dal suo contrario, un significante è animato anche dal valore differenziale che può dare solo il significante che ad esso si oppone: a tal proposito mi sono chiesta, quale sia il significante opposto al significante “sorpresa” e per la precisione quale sia il significante opposto alla sorpresa quando essa è riferita ad un lavoro di cartello. Trovare una risposta non è stato semplice, non credo nemmeno sia possibile trovare una sola risposta.
L’essere sor-presi, come la stessa etimologia della parola indica, presuppone l’essere presi da un certo discorso, e nel caso dei Cartelli essere presi da un certo rapporto con la psicoanalisi, con l’inconscio, con la Scuola, ma può succedere anche che la sorpresa sia sopraffatta da ciò che Miller in riferimento ai Cartelli indica proprio come una “mancanza di entusiasmo”: penso che sia proprio questo ciò che si oppone all’effetto sorpresa in un lavoro di Cartello, la mancanza di entusiasmo e quando avviene può certamente bloccare il lavoro fino ad interromperlo, oppure la stessa mancanza di entusiasmo può rilanciare a qualcosa di sorprendente, nella misura in cui la si interroga e la si mette al centro, in dialogo con i lavori degli altri cartellizzanti, operazione possibile quest’ultima proprio solo in un Cartello, nella misura in cui il lavoro non è in solitudine, non è solo individuale, ma anche e soprattutto condiviso, in compagnia. Lacan nello scritto “La psichiatria inglese e la guerra” si interessa al funzionamento dei gruppi senza leader di Bion in un ospedale militare e soprattutto è colpito dal rinnovamento del metodo di lavoro di questi gruppi di fronte a delle difficoltà interne e scrive “Vi ci ritrovo l’impressione del miracolo dei primi tentativi freudiani: trovare la viva forza dell’intervento nella stessa impasse di una situazione”, e quindi la stessa difficoltà diventava oggetto di discussione di quel gruppo. Questa osservazione di Lacan potrebbe essere proprio qualcosa da rendere operativo quando in un lavoro di cartello ci si imbatte in una certa inerzia che non lascia spazio al nuovo.
Nel lavoro in Cartello formato in preparazione alla giornata di oggi, i testi dei cartellizzanti letti ci hanno sorpreso, ci hanno preso, ci hanno incuriosito ed appassionato, in essi abbiamo ri-cercato in una lettura riga per riga, parola per parola, quei significanti che più di altri potessero ulteriormente aprire a nuove discussioni, confronti, accostamenti, risonanze.
Possiamo dire che l’entusiasmo non è mancato e ci auguriamo che qualcosa di quell’entusiasmo che ci ha sorpreso e da cui soprattutto ci siamo lasciate sorprendere, possa circolare oggi nella lettura e nel dialogo tra i molteplici testi. Dunque, buona lettura e buon ascolto a tutti.