Massimo Grassano
La mia prima esperienza di ingresso nel dispositivo del Cartello è avvenuta al tempo del primo confinamento di Marzo 2020. In quel momento il Cartello era già composto da cinque partecipanti1 che si riunivano attorno alla tematica intitolata: “Sogni, incubi e paure”. L’opportunità di farne parte, via un desiderio sospinto, era da cogliere al volo, senza esitazione, per potermi così tenere saldo al “cardo”2 di una porta, nel momento storico che invece ne prescriveva la chiusura forzata.
Nell’Interpretazione dei sogni vi è il mio primo ritrovamento del termine, laddove Freud afferma che alcuni sogni possiedono elementi dell’infanzia e che a volte possono riaffiorare periodicamente nel sonno dell’adulto, denotando questo fenomeno col termine “sogno ricorrente”3. Bisogna tuttavia differenziare il sogno ricorrente da un altro oggetto di indagine che Freud esplora ampiamente in un paragrafo dell’Interpretazione, ovvero i “sogni tipici”4. Questa particolare categoria di sogni, seppur connotati dalla caratteristica della frequenza tra i sognatori, si diversificano dai sogni ricorrenti in quanto compaiono allo stesso modo per molti e non per un solo soggetto. Tra gli esempi riportati da Freud vi sono i sogni di volo, caduta, nudità, estrazione di denti e via di seguito.
Un anno più tardi rispetto alla pubblicazione dell’Interpretazione dei sogni, Freud nomina nuovamente il sogno ricorrente nell’opera dedicata al caso clinico di Dora5. Il sogno sotto esame si presenta a D. con una ricorrenza periodica: Freud afferma che esso “si ripeté più avanti ogni notte, fino a quando il proposito non venne mandato a effetto, e riapparve anni dopo allorché si presentò l’occasione di formare un proposito analogo”6. Tralasciando di seguire in questa esposizione l’interpretazione che fornisce Freud riguardo il proposito di D., il quale secondo lui convergeva verso pensieri amorosi rivolti al signor K., sarebbe altresì interessante articolare l’insistenza di una medesima rappresentazione o scena, attorno ad una funzione precisa rivestita dal sogno, che Lacan individuava in termini di “vettore della parola”7.
Un sogno sarebbe quindi, tra le formazioni dell’inconscio, uno dei mezzi a disposizione del soggetto per veicolare un enunciato che sotto transfert spetterebbe all’analista farsene destinatario. Mettendo maggiormente in tensione l’articolazione tra sogno ed enunciato, riprendo un passo di Lacan ritrovato negli Scritti: “diciamo che il sogno è simile a quel gioco di società in cui si deve, di fronte a tutti, far indovinare agli spettatori un enunciato conosciuto o una sua variante col solo mezzo di una messa in scena muta”8.
Tuttavia ci si potrebbe domandare, ma perché il lavoro onirico fa uso ricorsivo della stessa rappresentazione, che inizia e cessa quasi sempre allo stesso modo? Per fornire una risposta a questo quesito faccio ricorso a ciò che scrive J. A. Miller riprendendo il Freud dell’Al di là del principio di piacere9: “il sogno ricorrente, l’incubo, è una entità che, nella teorizzazione freudiana, è affrontata a partire dal sintomo in quanto c’è una chiara infrazione alla legge del principio di piacere”10. Per intendere questa violazione del principio di piacere, Bassols ci aiuta ad annodare la concezione freudiana con l’apporto del reale in Lacan, osservando che i sogni di ripetizione “hanno la funzione di fare ritornare un evento traumatico per intentare di reintegrarlo nella vita del soggetto. In questa ripetizione il sogno non arriva, tuttavia, ad incontrare il reale traumatico, soltanto incontra questo reale di una forma fallita, svegliando il soggetto nella paura un momento prima dell’incontro con questo reale. Il ritorno dell’identico in questi sogni ci indica una localizzazione precisa del reale che scappa alla simbolizzazione”11. Non resta ora che ricorrere ai prossimi appuntamenti di Cartello per rilanciare interrogativi, solcare e scavare nuove vie di indagine, restare fermi sul cardine di una porta oppure tornare indietro per poi ripercorre il cammino d’accapo.
*Intervento fatto alla I Giornata Nazionale dei cartelli della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi, che si è tenuta il 28 marzo 2021.
Note
↲1 | I cui partecipanti sono: Alessandro Siciliano, Annarita Petrilli, Massimiliano Rielli, Massimo Grassano, Paola Marinelli e Sara Bordò. |
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↲2 | A proposito della derivazione della parola Cartello da cardo, si veda l’articolo di A. Lysy pubblicato in Quarto, n. 2, settembre 1981, pp. 35-37. |
↲3 | S. Freud, L’interpretazione dei sogni [1899], Ed. integrale di riferimento, Torino, Bollati Boringhieri, 2011, p. 191. |
↲4 | Ivi, p. 236. |
↲5 | S. Freud, Frammento di un’analisi di isteria [1901], in Casi clinici vol. 1, Torino, Bollati Boringhieri, 2013, p. 67. |
↲6 | Ivi, pag. 87. |
↲7 | J. Lacan, Introduzione al commento di Jean Hyppolite, in Scritti vol. I, Torino, Einaudi, 2002, p. 370. |
↲8 | J. Lacan, L’istanza della lettera, in Scritti vol. I , Torino, Einaudi, 2002, p. 506. |
↲9 | S. Freud, Al di là del principio di piacere, in Opere volume 9. 1917-1923, Torino, Bollati Boringhieri, 1989. |
↲10 | J. A. Miller, Gli eccetera del sintomo. Seminario di Madrid, ne La Psicoanalisi, n. 23, Roma, Astrolabio, 1998, p. 107. |
↲11 | M. Bassols, I.S.A. da Freud a Lacan. Si veda: https://www.wapol.org/ornicar/articles/bss0115.htm |