Cartelli della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi del Campo Freudiano
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C’è forse per un uomo qualcosa di più imbarazzante del corpo di una donna?

Pubblicato il 3 Gennaio 2022

Maura Gaudenzi

Questo scritto nasce dalla partecipazione ad un cartello Odi, ancora in essere dove il mio sottotema è: Odio per il reale del corpo femminile.

Nel corso della Conferenza pronunciata al Centre Universitarie Méditerranéen di Nizza del 74’ Lacan afferma “C’è una sola cosa con cui non sa letteralmente che fare – per esempio quando è un uomo – ed è una donna. Non sa proprio che diamine farci”[1]. La violenza continua contro il corpo delle donne testimonia bene, ci suggerisce Éric Laurent[2], come l’unica cosa che un soggetto maschile tende a fare con il corpo femminile è marcarlo. Ne L’inconscio e il corpo parlante Miller afferma che “Il corpo gode su due registri: da una parte gode di se stesso…si gode…d’altro canto, un organo di questo corpo si distingue perché gode per se stesso, condensa e isola un godimento a parte che si distribuisce sugli oggetti a”[3]. Lacan nel Seminario XX parla di Altro godimento o anche di godimento del corpo, per indicare proprio questo si gode. Si tratta di un godimento che non è complementare ma supplementare a quello fallico, un “godimento silenzioso, che sfugge alla simbolizzazione e che è affine all’infinito: è questo che egli chiama godimento femminile”[4]. In questo godimento ciò che è investito non è l’organo, ma il corpo intero.  Per cui cosa vuol dire che l’uomo tende a marcare il corpo femminile?

Ne La logica del fantasma Lacan dice che “… il corpo è fatto per inscrivere qualcosa che chiamiamo la marca [….]. Il corpo è fatto per essere marcato. Si è sempre fatto. E il primo avvio del gesto d’amore è sempre, un po’, abbozzare più o meno questo gesto”[5], procede ancora Lacan “…. Qual è il primo effetto, l’effetto più radicale di questa irruzione dell’Uno in quanto rappresenta l’atto sessuale, a livello del corpo? […]: quando l’Uno fa irruzione nel campo dell’Altro, cioè a livello del corpo: il corpo va in pezzi”[6]. Qualcosa che nel femminicidio viene agito nel reale; quando il corpo di una donna viene sfigurato dall’acido, smembrato o colpito fino alla morte, non si potrebbe parlare, come ci suggerisce Laurent, di una “assolutizzazione ordinaria del godimento, che viene ad occultare il buco del non rapporto sessuale”[7]?

Torno al Seminario XX quando Lacan afferma che “… un corpo è qualcosa che si gode. Si gode corporizzandolo in modo significante”[8], questo mi riporta al testo milleriano “Biologia lacaniana ed eventi di corpo” dove l’autore dedica un sottoparagrafo alla Corporizzazione[9], che articola come il rovescio della significantizzazione, ovvero la struttura in cui il significante entra nel corpo. Quando qualche anno dopo Miller cercando di rappresentarsi la corporizzazione significante trova qualcosa sulla pista nella quale ci conduce Freud con «Un bambino viene picchiato»; ovvero la flagellazione. Nella scena della flagellazione, noi abbiamo il rapporto più diretto tra il significante e il corpo, “la matrice dell’incidenza dell’Altro sul corpo, come marchio: lo marchia – lo marchia come carne godente.”[10] Il marchio vale come un’insegna assoluta e solitaria che identifica un corpo come oggetto di godimento. “É il risultato di una collera – ma la collera è un godimento”[11]. Questo marchio produce una mancanza saturata dall’oggetto piccolo a che non è che un sembiante d’essere.

Si tratta cioè di ciò che è messo in funzione immaginaria di una unità di godimento, quella che il Marchese De Sade inscriveva nei suoi taccuini: “Ancora un colpo! ancora un colpo di godimento – cioè ne faceva un’unità contabile.”[12] Un uomo per una donna può essere afflizione[13], in francese une affliction. Lecoeur nella giornata di studio inedita tenutasi a Rimini il 01/06/2013 ha ripreso questo passaggio di Lacan: un uomo per una donna può esser una a-phi-ction (fiction), una finzione phi di a; la questione della violenza, in particolare del colpo portato sul corpo è una soluzione fallica che dà una certa consistenza al corpo della donna iscrivendo un godimento localizzato nell’organismo, cioè introducendo una scansione, una serie di S1.

Ci possono essere situazioni in cui la donna che dà un contributo alla collera del compagno, ha di mira il grido, la voce, che comporta ugualmente il marchio fallico della castrazione, istituendo una discontinuità; la violenza mette in scena e fa esistere il rapporto tra i sessi. I colpi vengono a marchiare al posto del rapporto sessuale che non marchia.

In linea con quanto scritto e con il sottotema di cartello, mi sono parse molto interessanti alcune considerazioni che Patrick Monribot fa, nella sezione Discussione del suo testo Le formule della sessuazione, dove distingue l’odio per l’oggetto a dall’odio per S(Ⱥ).

C’è una prima versione dell’odio, connessa all’oggetto a; questa la possiamo reperire più spesso negli uomini che funzionano sempre legati all’oggetto a secondo l’asse del fantasma. L’autore porta l’esempio degli uomini che sostengono di “amare tutte le donne”, il che significa che in realtà non ne amano nessuna, che non sanno cosa sia l’eccezione femminile e che “mettono al posto dell’oggetto a del fantasma un oggetto femminile che possono devastare; soprattutto se la donna entra in questo fantasma”.[14] Poi c’è un odio altro, l’odio per S(Ⱥ) , l’odio per il non-tutto, che tocca sia gli uomini che le donne; si tratta dell’odio per ciò che non si comprende, e La è proprio ciò che non si comprende affatto. L’odio fondamentale può però essere trattato dal lavoro dell’amore, ma il reale della donna non si presta immediatamente all’amore, è necessario un lavoro preliminare attraverso il significante “passare attraverso alle sfilate del significante è ciò che permette di delimitare il posto vuoto dell’oggetto a per affrontare S(Ⱥ)”[15] .

(*) Il titolo è tratto daJ. Lacan, Il fenomeno lacaniano (1974), in «La Psicoanalisi», 24 (1998), pp. 17-18.

[1] Ibidem.

[2] E. Laurent, Reflexiones Sobre Tres Encuentros Entre el Feminismo y la No-Relación Sexual, 2019, online :https://psicoanalisislacaniano.com/2019/12/13/tres-encuentros-feminismo-norelacionsexual-ericlaurent-20191213/, traduzione propria.

[3] J.-A. Miller, L’inconscio e il corpo parlante, Presentazione del tema del X Congresso dell’AMP nel 2016 a Rio de Janeiro, on-line, https://www.slp-cf.it/linconscio-e-il-corpo-parlante/.

[4] A.Di Ciaccia., Il godimento in Lacan, 2013, on-line: http://www.lapsicoanalisi.it/il-godimento-in-lacan/.

[5] J. Lacan, Il Seminario. Libro XVI. La logica del fantasma. Corso del 10.05.1967. Inedito. Trad. propria.

[6] Ibidem.

[7] E. Laurent, Reflexiones Sobre Tres Encuentros Entre el Feminismo y la No-Relación Sexual,op. cit.

[8] J. Lacan, Il Seminario. Libro XX. Ancora (1972-1973), Einaudi, Torino, 2011, p.23.

[9] J.-A. Miller, Biologia lacaniana ed eventi di corpo (2000), in «La psicoanalisi», n. 28 (2000), pp. 97-100.

[10] J.-A. Miller, Choses de finesse in psychanalyse XVI, L’orientation lacanienne 2008-2009. Corso del 6 maggio 2009. Trad. propria.

[11] Ibidem.

[12] Ibidem.

[13] J. Lacan, Il Seminario. Libro XXIII. Il Sinthomo (1975-1976), Astrolabio, Roma, 2006, p. 97.

[14] P. Monribot, Le formule della sessuazione, in «La psicoanalisi», 53 (2013), p. 56.

[15] Ibidem.

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