Cartelli della Scuola Lacaniana di Psicoanalisi del Campo Freudiano
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Cos’è il cartello?

E’ un dispositivo di lavoro innovativo, inventato da Lacan nel 1964, in occasione dell’atto di fondazione dell’ Ecole Freudienne de Paris, a cui possono aderire sia coloro che praticano la psicoanalisi sia chiunque desideri studiarla. Ciascuno vi partecipa a partire dal proprio interrogativo, nella sua singolarità ma non solitudine, in quanto il prodotto del lavoro di ciascuno in cartello è rivolto alla Scuola.
Nel Seminario dell’11 marzo 1980, D’écolage, Lacan aggiunge alcune precisazioni sul dispositivo del cartello:
“[…] immediatamente, io avvio la Causa freudiana – e restauro in loro favore l’organo di base ripreso dalla fondazione della Scuola, cioè il cartello, di cui, fatta l’esperienza, affino la formalizzazione. Primo – Quattro si scelgono per perseguire un lavoro che deve avere il suo prodotto. Preciso: prodotto proprio di ciascuno e non collettivo. Secondo – La congiunzione dei quattro si fa intorno a un Più-uno, che, se è qualunque, deve comunque essere qualcuno. È a suo carico vegliare sugli effetti interni all’impresa e provocarne l’elaborazione. Terzo – Per prevenire l’effetto-colla, al termine fissato di un anno, due al massimo, si deve fare la permutazione. Quarto – Nessun progresso si deve attendere, tranne la periodica messa a cielo aperto dei risultati come delle crisi di lavoro. Quinto – Il sorteggio assicurerà il rinnovo regolare dei punti di riferimento creati al fine di vettorializzare l’insieme.”
Come funziona? – 4 + 1 –
La creazione del cartello è l’occasione, per ciascuno, di scegliere un tema o un “tratto” di lavoro: lettura di un seminario, elaborazione di un concetto o di un caso, connessione della psicoanalisi con altri campi, ecc… Al “tratto” di ciascuno si aggiunge un tema comune che diventa il titolo del cartello, il tema di lavoro sotto cui il cartello potrà dichiararsi alla Scuola.
Quattro si scelgono per lavorare su un progetto comune. Le riunioni si tengono secondo un ritmo deciso tra i membri. Il cartello non può durare più di uno o due anni. Al termine di questo periodo viene sciolto per evitare l’inerzia che si constata nei gruppi di lavoro che durano in eterno, che ostacola l’evento di un sapere nuovo per il soggetto.
La congiunzione dei quattro che si sono scelti non si fa intorno a un leader, ma a un “più-uno”, qualcuno, un elemento eterogeneo, che oltre a impegnarsi nel proprio lavoro singolare, svolge la funzione logica “anti –colla” mantenendo ripetutamente aperto l’insieme, sostenendo il lavoro di ciascuno, attento, nei momenti di crisi, a mantenere la distanza tra sapere e verità.
Scelto dai cartellizzanti, il “più-uno” è la persona che s’incarica della selezione, della discussione e dell’esito da riservare al lavoro di ciascuno.
Ciò che si produce non è un sapere collettivo ma singolare. Ciascuno, potrà constatare quello che ha potuto essere modificato della sua relazione col sapere analitico, in funzione del momento particolare relativo al suo legame con la psicoanalisi.

TESTI DI RIFERIMENTO

J.-A. Miller, Il cartello nel mondo

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