
Lettera del primo maggio 2021 ai componenti del movimento lacaniano internazionale nella sua diversità
Detentore, per espressa volontà di mio suocero, il Dottor Jacques Lacan, del suo diritto morale sulla sua opera, ai sensi della legge dell’11 marzo 1957, e depositario di lettere, carte e manoscritti che mi ha consegnato quando era vivo, affidandosi al mio giudizio quanto all’eventuale pubblicazione di tutto o parte di questo lascito, ho deciso, nel quarantesimo anno dalla sua morte, che il tutto sarà portato a conoscenza del pubblico tramite una trascrizione e una pubblicazione esaurienti, salvo censura per motivi giuridici e rispetto del segreto medico.

La porta del cartello
“Che nessuno entri qui senza essere entrato in un cartello”: potrebbe essere un’insegna da appendere sulla porta della Scuola, nello stile di quella che si leggeva quando si entrava nell’Accademia di Platone: “Che nessuno entri senza sapere la geometria.”

Il signor A.
Il signor A., filosofo, che è spuntato da non so dove per stringermi la mano sabato scorso, mi ha fatto riemergere un titolo di Tristan Tzara.

D’Écolage
Eccomi l’uomo pieno di lettere.

Proposta del 9 ottobre 1967
Prima di leggerla, sottolineo che bisogna intenderla sul fondo della lettura, da fare o da rifare, del mio articolo “Situazione della psicoanalisi e formazione dello psicoanalista nel 1956” (pp. 453-487 dei miei Scritti).

Atto di fondazione – Jacques Lacan
Fondo – solo come sono sempre stato nella mia relazione con la causa psicoanalitica – l’École française de psychanalyse, di cui per i prossimi quattro anni, dei quali al presente nulla mi vieta di rispondere, assumerò personalmente la direzione.

La Scuola a rovescio
Una lettura attenta dell’Atto di fondazione non dovrebbe lascia nessun dubbio: nell’intento di Lacan, il lavoro della Scuola, che “reintroduca il vomere tagliente della sua verità, che riconduca la prassi…al compito … denunci le deviazioni e le compromissioni…” passava tramite il cartello.

Il cartello nel mondo
Ho scelto questo titolo perché volevo esprimere e mettere in chiaro un pensiero che mi tormenta da molto tempo. Qualcosa m’infastidisce riguardo al cartello nel mondo. È il mio punto di partenza. Mi ha condotto altrove, rispetto a dove credevo di andare*.

I Cartelli della Scuola di Lacan. Pietra angolare e fulcro
Il rischio è grande, quando si vuole parlare dei cartelli, di dare l’impressione che si giri una specie di manovella istituzionale, qualcosa che parteciperebbe della routine della Scuola.

Cinque variazioni sul tema della “elaborazione provocata”
Intervento alla Scuola – Serata dei cartelli – dell’11 dicembre 19861
L’espressione “elaborazione provocata”, forgiata da Pierre Thèves a partire da un testo di Lacan indicante quello che spetta al più-uno del cartello, fa centro ed è con molto piacere che ho accettato, su suo invito, di cimentarmi questa sera in alcune variazioni su questa formula. Ne proporrò cinque.

Serata dei cartelli ECF – 17 ottobre 2017
Lacan fonda la sua Scuola il 21 giugno 1964. Con quest’atto rispondeva alla sua esclusione dall’Associazione Psicoanalitica Internazionale, pronunciata l’anno precedente...